giovedì 7 maggio 2009

Riflessioni riguardo a San Michele Arcangelo

















































































































RIFLESSIONI RIGUARDO A S. Michele Arcangelo.

Mi domando che uomo sia colui che non rende il mondo migliore e penso a quante siano ogni giorno le circostanze nelle quali, fosse anche con un solo granello di sabbia, posso spostare l’ago della bilancia da una parte o dall’altra sapendo, certo, che solo nella misura in cui so cosa sia l’Uomo, sono in grado comprendere cosa Egli possa fare per migliorare il suo mondo e con esso il Mondo e confesso che sono state molte le circostanze nelle quali la ricerca della sapienza mi ha guidato verso luoghi tenebrosi, bui, privi di ogni splendore; per molti anni la vita mi è sembrata avvolta da una notte oscura senza fine, ora non so dire, se questo mi abbia condotto verso la sapienza, o se ciò che mi appare sia piuttosto il baluardo della senescenza verso la quale avanzo a grandi passi.
La mia certezza, è come un grande edificio del quale non sia rimasta una pietra sull’altra che non sia diroccata, ciò che resta in fondo al crogiolo è una briciola di fede, una fiammella esile, preziosa come oro, che rischiara i miei passi … talvolta mi accade ancora di osservare la realtà incresparsi come l’acqua nello stagno che sia mossa da un alito di vento, prima che ogni cosa si faccia come la furia del mare … nella ricerca della conoscenza si avanza a piccoli passi e solo per mezzo della fede; la fede poi, si sa, è buona soltanto quando edifica … ma se non c’è la carità a farla rifulgere, come distinguerla dalle tenebre, nell’oscurità.
Quale aspetto dare (quindi) a colui che è senza forma (Deuteronomio- 4,12).
Egli ha fatto sua la condizione dello schiavo riducendosi alla quantità e alla qualità, rivestendosi delle fattezze umane. Dipingi allora sul legno la Sua immagine e presenta alla contemplazione colui che volle divenire visibile. (Giovanni Damasceno).
Non avrai altri dei fuori che me. (Esodo. 20,3)
Non ti farai scultura né immagine alcuna di ciò che è lassù in cielo quaggiù in terra, né di ciò che è nelle acque sotterra (Es.20,4).
Il Serpente di Bronzo (Numeri .21, 4,9).
Farai due cherubini d’oro (Esodo-26, 18).
Tuttavia noi sappiamo che Dio è Spirito e gli angeli anch’Essi sono Spirito, così forse possiamo pensare che anche l’arca è Spirito e cosa mai sarà l’Uomo? ... se non è soltanto polvere …
Quando in noi stessi combattiamo il Male, allora dall’alto dei cieli al baratro degli inferi, l’Arcangelo Michele combatte per noi... un passo dopo l’altro un uomo avanza trascinando dolorosamente il legno verso il luogo nel quale si compirà il supplizio, poi cade e cade ancora, un tale, Simone da Cirene, viene costretto a portare la croce che salverà il mondo … Ecco l’Uomo, ecco il campo di battaglia … tutte le potenze del Maligno si sono date convegno per la grande adunanza, la battaglia imperversa … questo è il Calvario.
Contemplando la crocifissione di Gesù possiamo comprendere un poco di più il furore della battaglia fra S. Michele Arcangelo e le milizie infernali, nella Sua resurrezione riconosciamo il trionfo di Michele sulle schiere demoniache.
Molti anni fa, a Firenze (la chiesa forse era quella di S. Stefano Al Ponte) … la pietra era marmo bianco statuario di Carrara; l’Ucciso, sostenuto da un vecchio senza volto, ancora non aveva la fredda rigidità della morte … l’opera era incompiuta ma l’alito di Dio sembrava avvolgerla, ora ripensandoci dico: non Idolo, o Simulacro, non Immagine né Icona o figura.
Plutarco, pur condannando gli idoli, sosteneva che ci sono opere nelle quali vive la stessa vita di Dio.
Quando guardiamo un dipinto o una scultura vediamo in realtà la luce che rimbalza sull’ opera.
Talvolta però nell’ opera, per grazia di Dio, possiamo contemplare un’altra luce; quella dello spirito.
Nel grande mare dei simboli ne ho scelti alcuni:
1) L’acronimo di Basilio Valentino V.I.T.R.I.O.L.V.M. Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem Veram Medicinam. Siamo polvere tuttavia la ricerca della verità si fa scudo per noi.
2) SATOR- AREPO-TENET-OPERA-ROTAS, ordinando le lettere riconosciamo le parole della preghiera- PATER NOSTER - che nel giusto ordine formano una croce.
3) Le immagini, alcune più chiare, altre meno, si estendono oltre i margini per raccontare una realtà che trascende la mia capacità di comprendere.
4) Il Drago che è il serpente antico, trafitto nella testa e nel cuore ci indica quali siano le armi del nemico.
5) I simboli del sacro cuore e della grande opera descrivono, forse, un poco di più quali siano le armi dell’Arcangelo.
Ovidio Melis
Domusnovas, 22, Aprile, 2009
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